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Il Pagellone di fine anno della Nazionale: i voti del 2011 dell’Italia di Prandelli

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silviashine
view post Posted on 25/12/2011, 20:33




Il 2011 è stato un anno che ha lasciato sicuramente il segno nella storia della Nazionale italiana. Raccolta da un cumulo di macerie dopo il Mondiale sudafricano, Prandelli ha cercato di forgiare nel giro di pochi mesi un gruppo che potesse risultare unito e contemporaneamente vincente. Analizziamo allora nel dettaglio i progressi e le defezioni che hanno caratterizzato l’Italia a quattro stelline in questi ultimi tempi.


DIFESA
Storicamente, il reparto arretrato è sempre stato il più apprezzato del team azzurro, ma da un paio di anni a questa parte il blocco difensivo nostrano non sembra più essere sinonimo di garanzia. Mancano giovani promesse e senatori che sappiano indirizzare a dovere questi ultimi. Gli elementi più congrui alla causa della Nazionale sembrano contarsi sulle dita di una mano.
Buffon, 6,5: Il portierone della Juventus, promosso capitano dopo l’addio di Cannavaro a latere dei Mondiali, è uno dei pochi seri punti di riferimento rimasti in difesa, nonchè in tutta la squadra. Buffon è tornato a difendere i pali azzurri in occasione dell’amichevole di Dortmund contro la Germania del 9 Febbraio, dopo essersi ripreso dall’infortuno alla schiena. Allora, le condizioni del redivivo Gigi, però, non erano ancora ottimali: solo nelle uscite successive, a cominciare dal match di Marzo con la Slovenia, Buffon ha cominciato a riprendere confidenza con la Nazionale, la nuova Italia che lui non aveva ancora avuto modo di conoscere. Ricaricandosi poco a poco mentalmente e ritrovando il proprio orgoglio, l’estremo difensore sembra tuttavia essere riuscito a riacquisire l’importanza di un passato neanche troppo lontano. L’ottimo momento che sta attraversando alla Juventus non può non aiutarlo anche con la casacca azzurra, e per Polonia ed Ucraina ci lascia sperare in un Buffon che si avvicini almeno a quello iridato del 2006.
Chiellini, 5,5: Nel post-Cannavaro, al “Chiello” era stato automaticamente assegnata la carica di perno della difesa. Il centrale bianconero, però, non ha soddisfatto completamente le aspettative. Sono stati diversi, infatti, gli svarioni presentati insieme al compagno di squadra Bonucci che hanno fatto tremare di recente i tifosi azzurri. L’irruenza manifestata in più di una circostanza potrebbe risultare deleteria, alla lunga. Al contrario di Buffon, lui è ancora lungi dal ritrovare lo smalto dei tempi migliori.
Ranocchia, 6: Se non fosse stato per il brutto infortunio subito pochi mesi prima, l’ex colonna del Bari avrebbe sicuramente partecipato alla spedizione sudafricana con Lippi. Invece, Ranocchia ha dovuto attendere l’amichevole di Novembre 2010 con la Romania per poter toccare con mano l’azzurro che più conta. Sin da quella partita, comunque, le impressioni sono state positive, tanto che a latere del match terminato 1-1, Prandelli ne parlò definendolo “la nota lieta della serata”. In certi frangenti il centrale dell’Inter mostra buona personalità e sicurezza, e si comporta da vero veterano. Il talento è ancora un po’ acerbo, ma può e deve migliorare. Ranocchia è una delle speranze dell’Italia del futuro.
Bonucci, 4,5: Uno degli anelli deboli della Nazionale di Prandelli è stato a lungo individuato in Leonardo Bonucci. Il difensore della Juve, arrivato in azzurro già con Lippi, non è mai risultato essere garanzia di protezione, e spesso si è rivelato autore di errori marchiani e prestazioni negative, tanto che a Giugno, in vista delle gare con Estonia ed Irlanda, Prandelli aveva deciso di lasciarlo fuori dal giro ricontattando Gamberini. Alle successive chiamate, però, non sono corrisposte prove di livello, e complice il reintegro di Barzagli, il ct ha nuovamente defenestrato il giocatore, che rischia di essere ricordato come una meteora.
Barzagli, 6: Il ritorno nel gruppo dell’ex campione del mondo ha innalzato notevolmente il livello della difesa azzurra. Il buon rendimento del difensore, anche se non più di primo pelo, non poteva rimanere invisibile agli occhi di Prandelli, che ha quindi deciso di puntare anche sullo juventino per giocarsi Euro 2012. Con molta probabilità, in Polonia ed Ucraina Barzagli sarà anche titolare al fianco di Chiellini, ed al posto di Ranocchia.
Balzaretti, 6+: La convocazione dell’esterno del Palermo veniva caldeggiata ancor prima del Mondiale, ma la prima chiamata è arrivata solo in occasione della succitata partita con la Romania. All’esordio Balzaretti pagò forse l’emozione e non fu brillantissimo, ma dopo aver saltato la Germania per infortunio, scese in campo con la Slovenia presidiando a dovere le fasce insieme a Maggio, e fornendo anche l’assist per il goal partita di Thiago Motta. In seguito il rosanero è apparso un po’ in chiaroscuro, tanto che Prandelli ha voluto concedere qualche altra chance da titolare a Criscito, ma il terzino dalla folta chioma bionda è sempre rimasto nei piani del ct.
Criscito, 6: Spesso è apparso disorientato in Nazionale, facendo rimpiangere più di una volta lo Zambrotta dei tempi d’oro. Col tempo, però, l’ex Genoa è maturato acquistando convinzione, ed arrivando anche a sostenere un’ottima partita contro i campioni del mondo della Spagna, ad Agosto. Per Euro 2012, è bene che Criscito mostri tutte le sue carte e non ripeta la brutta esperienza del Sudafrica.
Maggio, 6+: Le strade fra Maggio e l’Italia sembravano essersi divise, quando, a suon di prestazioni, l’esterno del Napoli si è ripreso a ragione il posto in azzurro ottenendo la prima convocazione dell’era Prandelli contro la Germania. Proprio a Dortmund, in coincidenza di un infortunio patito dall’allora titolare Cassani a gara in corso, Maggio subentrò al compagno nella speranza di impressionare Prandelli, che l’aveva ignorato sin dall’inizio del proprio mandato. La vera conferma di Maggio sarebbe però arrivata solo nel match di qualificazione europea contro la Slovenia, nel quale risultò uno dei migliori in campo. Da quel dì, il giocatore è divenuto a tutti gli effetti il terzino destro titolare della Nazionale, lasciando a Cassani solo qualche fievole apparizione.

Cassani, 5: L’ex Palermo è stato considerato per qualche mese uno dei punti fermi della retroguardia della Nazionale. Dopo una buona prova contro la Romania nel 2010, Prandelli pensava di aver trovato un valido elemento, invece l’attuale terzino della Fiorentina ha finito col perdersi nel tempo, offrendo prestazioni davvero deludenti e prive di sostanza. Negli ultimi tempi il rischio di uscire dal giro, fra l’altro, è diventato notevole con la prima chiamata alle armi di Abate, già apprezzato dal mister di Orzinuovi.
Altri convocati: Al di là dei portieri Sirigu, Viviano (non troppo convincenti) e De Sanctis (una sola presenza “premio”), nel corso del 2011 sono stati tanti i difensori richiamati a Coverciano da Prandelli; alcuni, però, hanno trovato ben poco spazio in gare ufficiali. Uno dei convocati fissi di Prandelli, Astori, ha collezionato infatti una sola presenza (con annessa espulsione) nell’amichevole con l’Ucraina di Marzo; Prandelli l’ha sempre tenuto in considerazione, ma non l’ha mai posto troppo in alto nelle gerarchie. Discorso simile, ma non uguale, vale per Ogbonna, entrato a far parte della famiglia azzurra a partire da Giugno: il difensore del Torino ha ottenuto un solo gettone contro la Polonia, ed è troppo poco per poterlo valutare. Negativo, invece, il giudizio su Gamberini, che contro l’Irlanda del Trap, a Giugno, si è bruciato l’irripetibile occasione di ritornare in pianta stabile nel gruppo Italia, mentre Abate, ultimo innesto acquistato in difesa, ha ben figurato nell’unica vetrina concessagli finora in Polonia e sembra destinato ad entrare definitivamente nella rosa. Poco da dire, infine, su Gastaldello: autore di una prestazione più che discreta nel suddetto match contro l’Ucraina, nel quale esordì insieme ad Astori, è scivolato nell’anonimato una volta retrocesso in Serie B con la Samp.


CENTROCAMPO
La concezione “prandelliana” del centrocampo azzurro è uno degli aspetti più importanti del gioco della Nazionale. In particolare, il ct ha sempre prediletto la figura dell’incursore fra le linee, una sorta di trequartista a supporto delle punte che funga da punto di congiunzione con l’attacco. Vediamo allora come si sono comportati nel complesso i nostri centrocampisti.

De Rossi, 6-: Il “Capitan futuro” della Roma, per ovvie ragioni assurto a punto di riferimento dell’Italia, non ha visto nel 2011 il suo miglior anno in azzurro. Spesso altalenante, è stato concreto solo poche volte, ed è stato inoltre la peggiore vittima del codice etico imposto da Prandelli, che lo ha escluso dalla Nazionale per indisciplina. Come Buffon, può comunque ritrovarsi grazie al proprio club.
Pirlo, 7: Pirlo è senza ombra di dubbio il fulcro dell’Italia, oggi come da diversi anni. Il talento cristallino del regista non poteva non essere messo al servizio anche di Prandelli, nonostante subito dopo la debàcle sudafricana il giocatore stesso, in primis, cominciava a porsi dei dubbi sulle sue future conferme in azzurro. L’attuale pilastro della Juventus, club in cui ha trovato da subito nuova linfa, è invece rimasto il fuoriclasse indiscusso della Nazionale, l’unico con le qualità più adatte per costruire gioco e definire al meglio gli schemi azzurri. Un elemento imprescindibile, che troppo mancò in quel quarto di finale contro la Spagna, nel 2008, e nell’harakiri dell’ultimo Lippi consumatosi nel continente nero.
Marchisio, 7: Il giovane “Principino” bianconero è una delle soddisfazioni più grandi per Prandelli. Nella prima metà del 2011 è stato spesso in lotta con Thiago Motta per una maglia da titolare, ma in seguito allo straordinario avvio di stagione con la Juve il ct non ha più avuto dubbi e non ha smesso di farne a meno a centrocampo. Forte della propria determinazione, Marchisio è arrivato anche al tanto invocato goal in azzurro contro la Serbia, consacrandosi definitivamente anche con l’Italia. E’ uno dei protagonisti più attesi per Euro 2012.
Montolivo, 5,5: Quando chiamato in causa in Nazionale, l’ex capitano viola conosce sempre un’involuzione e raramente da il meglio di sé. Nell’insolito ruolo di pseudo-trequartista, Montolivo non è mai stato troppo efficace nei movimenti, “azzeccando” solo la partita con la Spagna, nella quale, fra l’altro, è andato anche in goal per la prima volta con la maglia dell’Italia.
Thiago Motta, 6: Il gigante dell’Inter ha esordito in azzurro contro la Germania, non senza risvegliare, però, la solita querelle sul tema degli oriundi in Nazionale. Inizialmente spaesato, non ha mancato comunque di fornire nel tempo quantità al centrocampo di Prandelli, diventando anche decisivo nell’incontro con la Slovenia, siglando il goal-partita. Un elemento che all’occorrenza può essere utile, insomma.
Aquilani, 6-: Dopo aver riconquistato l’Italia, sia dal punto di vista territoriale sia in ottica Nazionale, l’ex centrocampista della Roma ha visto comparire sempre il suo nome nella lista dei convocati di Prandelli. Aquilani ha vissuto e vive tuttora una sorta di dualismo con Montolivo, benchè questo venga sempre preferito dal ct; il ruolo “scomodo” che Prandelli vuole far rivestire ai due non è dei più semplici, e nessuno riesce a rispondere perfettamente alle esigenze del tecnico. Alberto non ci sta però a rimanere fuori dai giochi, ed in qualche circostanza riesce a dire la sua, come accaduto contro la Spagna, partita nella quale l’incursore di turno è sempre riuscito a far male.
Nocerino, 6: Colui che viene additato come una sorpresa del Milan di questa prima parte di stagione, veniva già visto da Prandelli come un tassello importante per il quadro azzurro sin da Febbraio, quando dopo più di tre anni il giocatore è tornato ad indossare la divisa dell’Italia. Spesso gettato nella mischia a partita in corso, a Nocerino è sempre stato chiesto il classico lavoro sporco, nonostante lui stesso abbia spesso voluto precisare di essere ben differente da Gattuso, vecchio motorino della squadra campione del mondo. Ora che è diventato anche goleador, le condizioni per fare sempre meglio in Nazionale ci sono tutte.
Altri convocati: Tra i vari centrocampisti utilizzati da Prandelli nel 2011 bisogna ricordare anche il buon vecchio Palombo, che è sceso in campo solo una volta, contro l’Irlanda. Prandelli aveva affermato di volerlo tenere in considerazione nonostante la Sampdoria fosse stata relegata al campionato cadetto, ma per una ragione o per l’altra, alla fine il capitano blucerchiato è terminato fuori dal giro, vedendosi scavalcato da nuovi elementi come Nocerino e Cigarini (quest’ultimo, tuttavia, ancora privato della gioia dell’esordio). Stessa sorte ha subito Mauri, dapprima al centro del progetto, poi accantonato. Menzione di merito anche per Parolo, che grazie al bel periodo vissuto dal Cesena nel finale della scorsa stagione, riuscì a calcare per pochi minuti il campo di Kiev contro l’Ucraina, configurandosi però solo ad una delle tante comparse della storia della Nazionale.


ATTACCO
Il pacchetto offensivo dell’Italia è sicuramente il più assortito, nonchè il più valido ed efficace dell’intero costrutto azzurro. E’ l’unico nel quale, infatti, si possa provare il classico imbarazzo della scelta: tra attaccanti esterni, prime punte e giocatori più duttili la Nazionale è ben coperta. Cerchiamo di capire con esattezza perché.

Cassano, 7+: E’ l’arché dell’era Prandelli. Da quando ha saputo che avrebbe preso in mano l’Italia, l’ex tecnico della Fiorentina ha pensato subito a Fantantonio, consegnandogli le chiavi della Nazionale. Cassano non ha sciupato quella che poteva essere l’ultima grande occasione della sua vita calcistica, e l’ha sfruttata in maniera egregia risultando con 6 reti anche il goleador della nuova gestione azzurra. Peccato, però, non averlo mai potuto vedere con continuità al fianco di Balotelli: l’unica partita in cui i due hanno giocato insieme finora è stata quella dell’esordio di Prandelli, a Londra, contro la Costa d’Avorio. Poi, fra la rottura con la Samp, i colpi di testa dello stesso Balotelli ed i recenti malanni cardiaci, il talento di Bari Vecchia ha dovuto allontanarsi a più riprese dalla Nazionale, ma farà di tutto per scaricare tanti anni di rabbia ad Euro 2012, anche per ringraziare Prandelli.
Rossi, 7,5: “Pepito” è probabilmente la vera superstar dell’Italia di oggi, il fiore all’occhiello del team di Prandelli. In principio, l’italo-americano sembrava essere uno dei tanti provinanti alla corte del ct, ma appena ha conosciuto l’esplosione col Villarreal, ha iniziato a fare faville anche in Nazionale, diventando titolare inamovibile con Cassano, col quale ha costituito la cosiddetta “coppia tascabile”. L’infortunio capitatogli ad Ottobre è stata sicuramente una mazzata per gli azzurri, che non sanno ancora se potranno contare su di lui in Polonia ed Ucraina. I test medici, tuttavia, non escludono buone possibilità di una partecipazione agli Europei, dove Rossi non aspetta altro che mettere la propria firma internazionale.
Giovinco, 6+: Una volta ottenuta la Nazionale a Febbraio, dopo averla cercata per almeno un paio d’anni (trascorsi però in sordina alla Juve), la “Formica Atomica” si è fatta subita vedere nonostante le esigue dimensioni, strappando anche una presenza da titolare contro l’Irlanda del Nord ad Ottobre. La qualità del ragazzo ha sempre convinto Prandelli, che ha solo aspettato che il giocatore trovasse continuità, mantenuta finalmente a Parma, dove il giocatore sta vivendo uno dei momenti migliori della sua carriera. Giovinco si candida ad essere uno dei punti fermi della Nazionale del domani.
Pazzini, 6,5: Il buon rendimento offerto dal “Pazzo” all’Inter non poteva non regalare la maglia della Nazionale al giocatore anche nel 2011, nonostante, per ragioni tattiche, lo stesso non si inserisse adeguatamente nei moduli di Prandelli, che ha sempre preferito offendere con due punte di movimento, che non dessero dei riferimenti agli avversari. Tuttavia, Pazzini è riuscito sempre più a farsi spazio in azzurro, realizzando anche diversi goal importanti (tra tutti, quello che ha chiuso il discorso qualificazione nel ritorno contro la Slovenia, a Firenze), dopo due anni di digiuno, confermandosi una pedina importante.
Matri, 6: I tanti goal segnati col Cagliari prima e con la Juve poi hanno portato nel 2011 anche Matri in Nazionale, con tanto di goal all’esordio contro l’Ucraina. Da allora l’attaccante bianconero ha invero trovato poco spazio, anche per via di un infortunio ad inizio stagione, ma la costanza che lo caratterizza ne fa un’alternativa valida per il reparto ultimo dell’Italia.
Balotelli, 7+: Nonostante le poche presenze, Mario si è sempre distinto sul campo, comportandosi efficacemente soprattutto in chiave tattica, e mostrando dunque sotto questo aspetto un notevole cambio di passo rispetto ad un passato neanche troppo lontano. Se ogni tanto si parla male di lui, comunque non è mai per il suo rendimento sul campo. Senza Rossi e Cassano, le responsabilità che gravano sulle spalle del giovane fuoriclasse pesano e si fanno sentire, ma anche grazie alla sua proverbiale sfacciataggine, “Balo” è pronto per far seguire i fatti alle parole.
Altri convocati: Anche se in attacco Prandelli non ha mai avuto troppi dubbi per le convocazioni, si è comunque ritrovato, anche per necessità, a testare altri giocatori inizialmente non contemplati nei piani. E’ soprattutto il caso di Osvaldo (quinto oriundo nell’arco di sette anni), che dopo i primi goal con la Roma si è ritrovato catapultato a Coverciano, esordendo alla seconda occasione. Positivo inoltre il ritorno di Pepe, anch’egli rigenerato dalla Juventus come alcuni dei suoi compagni, nonostante i bianconeri volessero pure disfarsene in estate. Niente da eccepire, infine, per il poco impiego di Gilardino, spesso lasciato in tribuna per fare spazio alle nuove leve, e per le mancate convocazioni recenti di Borriello, che in seguito all’amichevole con la Germania è stato dimenticato da Prandelli (e dalla Roma).

Allenatore Prandelli, 7-: Affrontando diversi impegni con avversari di rango internazionale e non, Prandelli ha limato a poco a poco l’identità dell’Italia, delineandone infine un’ossatura relativamente consistente. Al ct va però riconosciuto il difetto di essere un procrastinatore per eccellenza: tante decisioni, come quelle relative a determinate convocazioni (Balzaretti, Giovinco, Maggio, De Sanctis, Barzagli) od ai cambi di modulo potevano essere adottate anche prima. Il tecnico azzurro è riuscito però nella missione di fornire all’Italia la propria impronta di gioco, che secondo il progetto dovrà trovare la sua sublimazione a Giugno, in Polonia ed Ucraina. C’è ancora un bel po’ da lavorare, Prandelli è il primo a saperlo benchè si presenti spesso forse troppo ottimista, ma i presupposti per un buon Europeo ci sono tutti. Comunque vada, non sarà un altro Sudafrica.
 
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